Progetto Mappa di Comunità di Ripalimosani

1. Finalità ed Obiettivi del progetto

Avviare e strutturare un laboratorio di economia sociale quale servizio a disposizione di coloro che vogliono promuovere una nuova impresa sociale o ampliare/diversificare una già esistente.

Tale servizio si pone nel contesto di un processo partecipato che parte dal coinvolgimento della popolazione locale nella redazione di una mappa di comunità e dalla conseguente individuazione di eccellenze del territorio da valorizzare in rapporto ad un progetto integrato dello sviluppo locale.

Il laboratorio di economia sociale è finalizzato a favorire la progettazione, lo sviluppo e la promozione delle imprese sociali mediante la creazione di un sistema a rete a supporto dell’economia locale. Tale sistema è diretto a raccogliere e ad interpretare dati e informazioni di natura economica e sociale e a trasformare gli stessi in opportunità di sviluppo per le imprese sociali.

Obiettivi sono:

  • promuovere il modello dell'impresa sociale;
  • supportare e accompagnare lo sviluppo delle imprese sociali esistenti;
  • promuovere il consolidamento dell’economia locale collegando le iniziative di imprenditorialità sociale allo sviluppo territoriale in atto al fine di rafforzarne la capacità di creare nuova occupazione, sostenere processi di integrazione e/o di inclusione sociale, sviluppare attività economiche sostenibili offrendo servizi di orientamento e di formazione anche individualizzata e organizzando seminari e incontri su temi di particolare interesse per l'attività imprenditoriale e sociale.
  • accrescere le competenze specifiche degli operatori sociali in riferimento alla creazione, alla gestione e all’innovazione delle imprese sociali;
  • creare le condizioni ideali per l’innovazione delle organizzazioni economiche  esistenti.

In relazione alle informazioni ed ai dati acquisiti attraverso la mappa di comunità ed all’interesse per lo sviluppo di attività economiche sostenibili basate sulla valorizzazione di alcune eccellenze del territorio, verrà promossa la nascita di due imprese sociali, garantendo il loro accompagnamento nella fase di startup.

 

2. Fasi del progetto

Il progetto è strutturato in due fasi:

Fase 1:  Redazione di una mappa di comunità e progettazione di un laboratorio di economia sociale.

Fase 2: Avvio del Laboratorio di Economia sociale.

 

Fase 1: Mappa di comunità

Le mappe di comunità rappresentano un efficace strumento di attivazione e riattivazione della partecipazione collettiva ai processi di conoscenza e progettazione del futuro dei luoghi, nonché una forma eccellente di ricostruzione di un senso di appartenenza di una data comunità al proprio territorio.

Esse rappresentano una possibile identità evolutiva di un territorio attingendo al passato attraverso  conoscenze e consapevolezza nuove, programmando forme innovative di conservazione e valorizzazione territoriale ispirandosi ad antichi saperi del passato per creare nuovi indotti locali rivolti al futuro. 

Si tratta di uno strumento relativamente agile di rappresentazione, implementazione e recupero della memoria collettiva fortemente teso però anche alle nuove generazioni aiutando a superare quella frattura nella comunicazione del territorio che spesso viene a verificarsi tra generazioni, ritessendo, al contrario, una proficua interazione volta alla realizzazione di progetti pensati per il migliore inserimento di tutti nel proprio insediamento. Così facendo essa sintetizza e supera in un solo momento sia la progettazione territoriale di tipo classico che la ricerca socio-antropologica embedded, così come la gestione meramente politico/istituzionale dei processi di pianificazione territoriale “dall’alto”.

La mappa di comunità rappresenta, pertanto, un agevole strumento di intervento iniziale per coinvolgere capillarmente la comunità nell’individuazione del valore patrimoniale sia dei beni naturali e paesaggistici che di quelli culturali e del capitale sociale, delle reti di relazione e generazionali già esistenti, degli elementi di eccellenza del territorio, ma anche degli orientamenti di fondo dei saperi e delle pratiche condivise che possa contribuire al meglio all’individuazione di obiettivi sensibili e proficui dell’impresa sociale.

In tal senso la “Scuola di ruralità”, oltre che un luogo di confronto, di acquisizione di competenze e mediazione tra componenti sociali, generazionali e culturali diverse può rappresentare un incubatore fecondo di idee e proposte per una gestione dello sviluppo, la  messa a punto di strumenti per le imprese sociali giovanili in dinamica relazione con le esperienze e i saperi del passato, capaci di veicolare inclusione sociale e interazione tra livelli istituzionali diversi, competenze esperte e conoscenze comunitarie.

 

Attività 

  1. Presentazione e illustrazione della mappa di comunità alla popolazione locale, individuazione dell’area da delimitare come oggetto della mappa attraverso il confronto con la popolazione e di un campione di partenza (50 persone circa, campione ideale per una comunità come Ripalimosani, suddivise per classi di età, genere, caratterizzazione professionale, ecc.) Dopo una prima fase di presentazione dell’iniziativa, verrà elaborato un questionario insieme ad un gruppo ristretto di lavoro sulla mappa di comunità disegnando domande base e chiedendo la disponibilità a rispondere a un questionario a volontaria disponibilità attraverso una scheda individuale facoltativa. Dopo questa fase (della durata di circa 20-30 gg.) verrà isolato un primo campione spontaneo di consultazione da distribuire attraverso una rete di esercizi, attività, punti di ritrovo sparsi nel territorio comunale interessato. 
  2. Definizione con il gruppo campione degli strumenti: raccolta archivi, distribuzione delle mappe, sopralluoghi collettivi o individuali, passeggiate di ricerca, individuazione di eventuali archivi fotografici e documentari, rassegna dell’esistente, definizione delle domande da inserire nelle interviste formalizzate che saranno videodocumentate.
  3. Incontri con il gruppo campione, ma aperti anche alla popolazione tutta, per il conferimento e raccolta di eventuali materiali di archivio che saranno digitalizzati e debitamente restituiti ai legittimi proprietari, individuazione di un primo calendario di incontri individuali.
  4. Sopralluoghi, incontri individuali, interviste video-documentate individuali (fase di circa 2/3 mesi). In questa fase saranno utilizzate anche piccole macchine fotografiche digitali o videocamere con le quali i singoli interlocutori della mappatura possono documentare i luoghi a loro giudizio rilevanti della loro mappa individuale da utilizzare quindi per la restituzione della motivazione di tale scelta nel corso di incontri.
  5. Incontri mensili di rendicontazione e restituzione del lavoro svolto, di ulteriore raccolta di materiali di archivio utili alla realizzazione e implementazione della mappa.
  6. Incontro aperto alla popolazione di restituzione del lavoro svolto e dibattito sulla forma di prodotto finale di restituzione della mappatura (videodocumentato).
  7. Costruzione della mappa di comunità risultante da tutti i materiali raccolti come sopra indicato.
  8. Realizzazione nell’aula Biblioteca del Convento San Pietro Celestino V di Ripalimosani di un archivio dei documenti raccolti, prevedendo anche una sua organizzazione in archivio diffuso per documenti e materiali presenti e custoditi dai legittimi proprietari nelle loro abitazioni. Tale archivio consentirà l’attivazione di un servizio di interesse per finalità culturali, turistiche e didattiche. 
  9. Fase di presentazione della mappa alla comunità tutta.
  10. Presentazione della mappa di comunità all’esterno (incontri pubblici, televisioni, pubblicazione, articoli di giornale).
  11. Esposizione del prodotto finale interattivo della mappatura nella sede sociale del progetto, come nucleo di un polo espositivo e di formazione/progettazione di future azioni di pianificazione dello sviluppo territoriale e come base per il laboratorio di impresa sociale.

 

 

Fase 2 - Laboratorio di economia sociale

La nozione di “impresa sociale” definitasi negli ultimi due decenni e ratificata nell’ordinamento giuridico nazionale a partire dal 2005  individua un nuovo soggetto economico e imprenditoriale finalizzato alla produzione e allo scambio di beni e servizi di utilità sociale, volti a realizzare finalità generali e collettive, non orientate al profitto individuale e in ambiti di intervento molto estesi che vanno dai servizi sociali e sociosanitari, all’educazione, formazione e istruzione, alla tutela ambientale e dell’ecosistema, alla valorizzazione dei patrimoni culturali e del turismo sociale, alla formazione extrascolastica e universitaria che abbia tra l’altro tra i suoi obiettivi quelli legati all’inclusione delle categorie svantaggiate e dei disabili.

Si tratta di un nuovo modello imprenditoriale, fortemente raccomandato, negli ultimi anni di grave crisi congiunturale europea, dalla stessa Commissione Europea che nel 2013 ha per l’appunto insistito sulla necessità e opportunità di orientare le attività di imprenditoria sociale all’offerta di beni e servizi orientati a principi di equità e reciprocità, al benessere, all’equità e alla sostenibilità delle nuove intraprese economiche e a una maggiore condivisione e decisione condivisa e partecipata degli ambiti di sviluppo e intervento sul territorio.

Proprio in ragione di questo radicamento dell’impresa sociale nel territorio e nelle comunità verso le quali è orientata la sua mission, la mappa di comunità che qui si propone come primo step dell’azione di progettazione condivisa delle attività di sviluppo territoriale risulta strategica per coinvolgere le collettività locali nei processi di definizione e programmazione di azioni volte allo sviluppo locale e di governance partecipata di tali processi in una nuova logica di interazione più paritetica tra popolazione, imprenditoria sociale, istituzioni locali (nei loro diversi livelli di articolazione) soggetti economici, associazionismo, cooperative e fondazioni già precedentemente attive sul territorio.

Alla base dell’impresa sociale stanno pertanto principi fondamentali quali la sostenibilità ambientale e sociale delle attività promosse; un’attenzione particolare è rivolta a correggere e ad evitare il degrado naturale,  il declino economico, la disuguaglianza sociale, l’illegalità e la violazione di diritti.

Nella Dichiarazione di Strasburgo del Gennaio 2014 la Commissione Europea raccomanda una “gestione responsabile dei beni collettivi, nella quale i diritti di proprietà devono essere bilanciati con il dovere di custodia a beneficio delle generazioni presenti e future”: in tal senso l’azione delle imprese sociali, rilevante, come sostiene la recente legge 106 di riforma del terzo settore, nel quadro dell’innovazione sociale e della ricerca di modelli di sviluppo sostenibili, deve essere volta a temi e prassi capaci di intervenire efficacemente nella conservazione e valorizzazione dei patrimoni bio-culturali custoditi e vissuti dalle comunità interessate, alla vigilanza sulle politiche di gestione e alla promozione degli stessi nonché al sostegno di competenze ed interventi finalizzati al miglioramento della qualità della vita delle comunità che abitano i territori interessati dai progetti.

 

Attività

Il laboratorio di economia sociale, concepito principalmente come struttura di servizio a supporto dei processi di crescita e di potenziamento dell’imprenditoria sociale delle comunità rurali,  prevede le seguenti attività:

  1. Informazione e comunicazione sulle attività e i servizi del Laboratorio; 
  2. Valutazione delle specificità del contesto territoriale d’impresa (redazione di mappe di comunità delle collettività interessate dall’intervento, ricognizione del patrimonio bio-culturale presente e dello stato delle economie locali);
  3. Promozione dei processi di programmazione partecipata di sviluppo locale (condivisione e discussione collettiva dei dati raccolti e delle proposte e idee inerenti alle possibilità di una azione orientata allo sviluppo, definizione partecipata delle idee imprenditoriali con le diverse componenti sociali e culturali presenti sul territorio, analisi del mercato e del tipo di prodotto o servizio che si intende produrre con l’impresa sociale, ecc.)
  4. Tutoraggio all’avvio d’impresa sociale: orientamento e tutoring anche in fase di start-up;
  5. Consulenza personalizzata: legale, finanziaria, amministrativa, gestionale, organizzativa, progettuale, strategica;
  6. Promozione e valorizzazione di reti di imprese sociali, con particolare attenzione allo sviluppo di un sistema di relazioni che coinvolga enti ed istituzioni pubbliche, imprese for profit, università e centri di ricerca e di formazione;
  7. Formazione nel campo dell’imprenditoria sociale: fornire una formazione generale sui temi dell’impresa sociale, sul suo valore politico e sulle potenzialità sociali,  rivolta anche ad una più consapevole partecipazione attiva alla vita pubblica;
  8. Attivazione di uno sportello per la proposta-candidatura di nuove idee nel campo dell’imprenditoria sociale;
  9. Check-up aziendali e supporto alle imprese sociali per l’orientamento allo sviluppo innovativo;
  10. Ricerca costante di opportunità nel mondo della finanza etica e nei flussi di finanziamento europei;
  11. Organizzazione di eventi di comunicazione sociale (convegni, seminari, conferenze stampa, ecc.), tavoli di incontro e di approfondimento sui temi di interesse per le organizzazioni dell’economia sociale.